mercoledì 26 dicembre 2012

Siamo sopravvissuti ai Maya e al Natale, ora pensiamo al Capodanno!

Natale è finalmente andato. Sì, finalmente... e chi come me abita nel sud d'Italia sa di cosa sto parlando: tonnellate e tonnellate di cibo che sembravano non finire mai!
Comunque, spero davvero che abbiate passato un buon Natale, circondati dalle persone che amate (cosa che bisognerebbe fare più spesso, non solo durante le feste), tra risate, tombole e regali, magari piccoli ma fatti con il cuore.
Ma si sa, il tempo passa in fretta e non c'è tempo per riposarsi, bisogna pensare alla prossima, imminente festa che tutti (o meglio, tutte) attendiamo con impazienza: Capodanno!
Per sfortuna in giro si possono trovare vestiti interamente ricoperti di paillettes, da far invidia alla strobosfera della discoteca. Vi prego, dite a gran voce: No! Non cederò al vestitino luccicante! 
E' vero, bisogna festeggiare, ma non farsi notare (e ricordare) nel peggiore dei modi.
I glitter lasciamoli usare a Barbara di "Paint Your Life" e prepariamoci ad affrontare la grande serata al meglio. Infatti, esistono molti siti internet su cui poter fare affidamento in caso di emergenza. 
Se non si ha a disposizione un budget elevato ma non si vuole rinunciare ad un capo, un gioiello o un accessorio firmato c'è Renttherunway, dove si può noleggiare il capo dei nostri sogni a prezzi modici. Il sito dispone di foto dei capi indossati non solo da modelle, ma anche da donne normali che hanno precedentemente affittato quel capo. Questo ci permetterà di farci un'idea sulla vestibilità di ciò che stiamo per noleggiare. Inoltre grazie all'opzione "Cerca donne come me" potremo inserire alcune linee guida che ci aiuteranno a trovare il capo davvero perfetto per noi!
Un altro sito molto conosciuto ed amato è Shopstyle: un social shopping per tutte le fashion addicted che permette di navigare, visualizzare e confrontare tutti i prodotti in vendita nelle catene più famose. Anche qui si possono selezionare delle voci a seconda delle nostre preferenze: prezzo, colore, marchio e  addirittura le offerte disponibili in quel momento.
Altri siti molto conosciuti da usare come motori di ricerca sono Polyvore e Fashiolista
Come ultimo consiglio: ricordate di essere sempre voi stesse e di puntare sugli accessori per personalizzare il vostro look.
Buono shopping a tutti!


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giovedì 6 dicembre 2012

Fast f...ashion!

Fast fashion, meglio conosciuto come "moda mordi e fuggi", ha lo scopo di vendere prodotti che siano accessibili ma anche alla moda. Un universo parallelo e alternativo alle griffe!
Tra i brand low cost più conosciuti troviamo: Zara, H&M, Uniqlo, Forever 21, Topshop, Asos e chi più ne ha più ne metta...ma quello che non tutti sanno è che ad aggiudicarsi per prima l'etichetta del fast fashion è stata l'azienda Benetton, nata nel 1990. 
A lasciare campo libero all'impero della moda low cost è la crisi del negozio tradizionale, messo in ginocchio da una recessione che ha moltiplicato i consumatori di fascia più bassa.
Quando si pensa al fast fashion, subito ci vengono in mente capi a buon mercato copiati (diciamo la verità) dalle passerelle. E' anche un ottimo alleato che trasforma la moda in un gioco accessibile: mischiare lusso e low cost è trendy e divertente.
Certo, se da un lato il fenomeno del fast fashion ha reso democratica la moda, rendendola accessibile a tutti e consentendo di acquistare più capi con la stessa spesa di qualche anno fa, dall'altro non è stata sufficientemente monitorata sul lato etico e ambientale. Perché una t-shirt a 10,00 euro può celare un mondo di ingiustizie che, nel contesto dorato dello shopping, si fa fatica perfino ad immaginare.
Si potrebbe affermare che tutto il fast fashion è prodotto in luoghi lontani da quelli in cui il business gira e si alimenta: India, Cina, Messico, Turchia e Marocco.
Il risparmio è a monte, ma con una certa furbizia, infatti, per strizzare l’occhio ai propri adepti i brand, o meglio gli stregoni che si nascondono dietro le quinte, spingono avanti la filosofia dell’etica in modo da camuffare il made in China. 
Di certo tutti abbiamo il diritto di "essere alla moda" ma un dubbio mi sorge spontaneo: saremo capaci di controllare l'omologazione di massa ed il consumismo? 



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